Gli ambienti di brughiera, una volta utilizzati per attività di tipo tradizionali, con l’abbandono delle zone montane e la conseguente riduzione delle attività tradizionali, stanno evolvendo verso successioni vegetazionali superiori, con l’ingresso di alberi e arbusti e la definitiva affermazione del bosco. Queste trasformazioni determinano la perdita di habitat riproduttivo di alcune specie di uccelli di interesse conservazionistico, tra cui la magnanina comune (Sylvia undata), la tottavilla (Lullula arborea), l’averla piccola (Lanius collurio), l’albanella minore (Circus pygargus), il calandro (Anthus campestris) e il succiacapre (Caprimulgus aeuropeus); inoltre la chiusura di questi spazi aperti determina la scomparsa di ambienti d’elezione per la ricerca delle prede per il biancone (Circaetus gallicus) e il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus).
Il progetto propone, quindi, di svolgere una serie di azioni di conservazione necessarie ad arrestare, ma soprattutto ad invertire, questa tendenza all’evoluzione e alla trasformazione degli ambienti di brughiera, attraverso il ripristino della loro funzionalità ecologica (sostanzialmente con la rimozione degli alberi e degli arbusti di invasione) e soprattutto creando le condizioni per l’avvio di una filiera locale che attraverso l’utilizzo dell’Erica scoparia possa garantire, con la produzione e la commercializzazione di scope e altri utensili, una loro gestione continua e duratura.
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